Dieci anni, ci son voluti. Ma alla fine il cosiddetto divorzio breve è diventato legge. La norma porta la firma di due parlamentari: Uno è di Forza Italia, l’altra del Partito Democratico. Come dire, i voti c’erano. Eppure mai iter legislativo è stato più travagliato. Ma tant’è: ora lasciarsi e voltare pagina è decisamente più semplice. Crolla il tetto dei tre anni a far data dalla separazione. Ci si dice addio in dodici mesi in caso di giudiziale. Per la consensuale ne bastano sei. Certo, la Chiesa storce il naso. Ma non è la sola. A stare sulle spine sono anche i presidenti dei circa 150 tribunali italiani. E già perché la norma è retroattiva. E il rischio è quello di vedere le cancellerie sommerse da richieste, vecchie e nuove che siano. Ne parliamo con due esperti del diritto di famiglia, l’avvocato Cesare Rimini e Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione Matrimonialisti Italiani.